Valle d'Aosta
Incastonata fra le Alpi Graie e le Alpi Pennine, la Valle d’Aosta è circondata dalle montagne più alte d'Europa, culminanti nei massicci del Monte Bianco (4807 m), del Monte Rosa (4634 m) e del Gran Paradiso (4061 m). Altre vette notevoli poste sui confini della regione sono il Cervino (4478 m), la Dent d'Hérens (4171 m), il monte Vélan (3708 m), nel massiccio del Gran Combin, il Rutor, di altezza più modesta (3486 m), ma coperto da un vastissimo ghiacciaio, la Grande Sassière (3751 m); mentre all'interno si innalzano isolate alcune piramidi rocciose molto elevate, come la Becca di Luseney (3504 m), l'Emilius (3559 m), che domina Aosta, la punta Tersiva (3513 m) e, più alta di tutte, La Grivola (3969 m).
L'intera regione è drenata dalla Dora Baltea, la cui valle si origina sotto il Monte Bianco dalla confluenza delle valli Veny e Ferret e costituisce l'asse centrale delle comunicazioni e degli insediamenti; in essa confluiscono a pettine le valli laterali, che sono (per limitarsi a quelle abitate in permanenza) a destra la valle di La Thuile, la Valgrisenche, la val di Rhêmes, la Valsavarenche, la valle di Cogne e quella di Champorcher; a sinistra la valle del Gran San Bernardo, la Valpelline (in cui confluisce il vallone di Ollomont), la più modesta valle di Saint-Barthélemy, la Valtournenche, la val d'Ayas e la valle di Gressoney. I torrenti di queste valli sono ricchi d'acque, grazie all'abbondante alimentazione nivale e glaciale; le massime portate si registrano da maggio a luglio, per lo scioglimento delle nevi, le minime d'inverno, quando la fusione delle nevi è limitata alle poche ore di sole. Non si trovano in Valle d’Aosta laghi di qualche consistenza, ma solo laghetti alpini (peraltro molto pittoreschi) e bacini artificiali.
La cultura, in Valle d’Aosta, scorre attraverso un passato di luogo di transito e di scambio non solo di merci, ma anche di idee e di pensieri, e attraverso la necessità di tenere vivi i contatti con le tante realtà confinanti. In questo contesto si distingue soprattutto il Centre d'études franco-provençales “Renée Willien” di Saint-Nicolas, che tutela la cultura montana con particolare riguardo al patois, la lingua ancora parlata da molti valdostani. Ma ogni area della regione ha saputo costruire legami significativi con le terre limitrofe; così le valli di Champorcher, di Cogne e Savarenche si annodano con quelle piemontesi dell'alto Canavese; le valli di Gressoney e d'Ayas dialogano ancora oggi con le località elvetiche di Zermatt e Saas Fee; la Valgrisenche e la valle del Piccolo San Bernardo sono in stretto contatto con il Tarantaise francese; quella del Gran San Bernardo contribuisce ad avvicinare Aosta a Martigny, entrambe importanti centri espositivi per mostre tematiche. Una terra di frontiera, dunque, che ha saputo trarre da questo la sua ricchezza culturale, presentandosi, tuttavia, punteggiata da una moltitudine di castelli eretti in posizione strategica, spesso arroccati su speroni di roccia, a guardia delle valli. E a guardia delle tradizioni che qui sono molto radicate e strettamente legate al mondo della montagna, al rispetto della natura e dei suoi ritmi.
Da vedere
La Thuile: Il centro si è ormai affermato quale località di villeggiatura estiva e di sport invernali grazie a un comprensorio sciistico internazionale (con un unico skipass è possibile raggiungere la stazione francese di La Rosière, poco oltre il passo del Piccolo San Bernardo, dotata di 65 piste per un totale di 150 km di percorsi da discesa). È inoltre possibile praticare l'eliski sul ghiacciaio del monte Rutor. L'industria opera nei settori edile e meccanico.
Parco Nazionale del Gran Paradiso: creato in seguito alla donazione fatta allo Stato italiano da parte del re Vittorio Emanuele II di un territorio di oltre 2000 ha, è il primo parco nazionale costituito in Italia; l'area, però, era già sotto tutela dal 1856 come Riserva reale di caccia per proteggere lo stambecco, prossimo all'estinzione. Il parco salvaguarda quasi nella sua interezza il gruppo del Gran Paradiso, nelle Alpi Graie, l'unica cima sopra i 4000 m totalmente in territorio italiano, cui fanno da corona vette e ghiacciai spettacolari. È delimitato dalle valli di Rhêmes a W e di Cogne a N, tra le quali si incunea la Valsavarenche, dalla val Soana a E, e da quella dell'Orco (valle di Locana) a S, e confina con il francese Parco Nazionale della Vanoise. L'ambiente del parco è prevalentemente alpino, ricco di corsi d'acqua, laghi e cascate, e di un patrimonio culturale – rappresentato da villaggi e alpeggi, numerose abitazioni in pietra (versante piemontese) e pietra e legno (versante aostano), ma anche dalle miniere di ferro della valle di Cogne, sfruttate per secoli e rimaste attive fino alla fine degli anni Settanta del Novecento – la cui tutela e valorizzazione, insieme con la promozione di uno sviluppo economico in armonia con le esigenze ambientali, sono gli obiettivi perseguiti dall'Ente Parco.
Al cospetto del Monte Bianco sorge lo stabilimento di Pré Saint Didier, perla della Valle d’Aosta e di un benessere termale scoperto dagli antichi romani e apprezzato dalla famiglia reale dei Savoia già nel 1800. L’inconfondibile profilo della catena alpina infonde da sempre una forza e una tranquillità ineguagliabili, abbracciando sia lo storico edificio delle terme di Pré.
Enogastronomia
La cucina valdostana risente degli influssi dei vari popoli che si sono avvicendati sul territorio nel corso dei secoli ed è caratterizzata da una varietà di piatti legati alla tipica essenza montanara della regione. Ecco perché molte specialità derivano dalla diffusa attività casearia. Particolarmente nota è la souppe alla valpellineintze (pane, cavoli, fontina e brodo), originaria, come dice il nome, della Valpelline, preparata in una miriade di versioni diverse anche in altri centri della regione. Sempre a base di formaggio sono gli gnocchi alla bava, le costolette alla valdostana e, naturalmente, la nota fonduta. Ottimi e numerosi sono poi i piatti in cui è protagonista la selvaggina, come il capriolo alla valdostana, la marmotta arrosto o in civet. Salumi prelibati sono la mocetta (carne di camoscio, o manzo oppure cervo, essiccata e aromatizzata con aglio, salvia, rosmarino) e il lardo di Arnad, ottenuto solo da suini locali selezionati e stagionato in recipienti di vetro o terracotta.
Di eccezionale qualità è anche il jambon de Bosses, la cui particolarità deriva dal microclima freddo, ma temperato e con scarse precipitazioni, tipico di Saint-Rhémy-en-Bosses. Tra i dolci valdostani si ricordano le tegole (paste di mandorla sottili di forma rotonda) e il "blanc manger". Per quanto riguarda l'enologia, spetta alla regione l'invidiabile primato dei vigneti più alti d'Europa: quelli di Morgex e La Salle (1200 m), che danno un profumatissimo bianco. Tra i rossi DOC sono celebri il donnas e l'enfer d'Arvier. Nella regione è diffusa anche la produzione di vini liquorosi, come il moscato di Chambave, la malvasia di Nus e il montouvert. Viene poi realizzata un'ottima grappa e un liquore molto conosciuto, a base di erbe alpine: il genepì. Prodotti regionali con marchio DOP sono il fromadzo, la fontina e i già citati jambon de Bosses e il lardo d’Arnad.