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Viaggi di prossimità


La nuova frontiera del turismo post pandemia

 

Le nostre abitudini negli ultimi mesi sono mutate. Tutto ciò che prima dell’avvento della pandemia faceva parte della normalità lo abbiamo visto allontanarsi sempre più da questo concetto, mutare, scomparire per poi ritornare, con la fase due, sotto una nuova veste.  Al ristorante col plexiglass, nei negozi uno alla volta, in palestra con la mascherina. Insomma, una normalità stravolta.

E le nostre vacanze post pandemia come saranno? Ormai da qualche tempo si parla di viaggi di prossimità, ossia la scelta di muoversi, fare turismo, nei luoghi a noi vicini. Un ritorno, se vogliamo, a quelle vacanze made in Italy che si facevano negli anni ’80, quando si affittava un appartamento e si passavano le ferie con la famiglia in un luogo abbastanza vicino a casa. Con una differenza sostanziale, però, ossia la ricerca della location meno affollata, per ovvie ragioni.

In sostanza il nuovo trend dell’estate sarà quello di riscoprire posti a noi vicini ma finora inesplorati, cercare il contatto con la natura, andare alla scoperta di quei borghi un po’ snobbati e alla ricerca della tipicità, sia in termini di prodotti enogastronomici sia di tradizioni. Probabilmente l’elemento più incisivo che si riscontrerà nel viaggiare in prossimità sarà quello dell’avvicinarsi sempre di più ad un turismo sostenibile. Si tratta, infatti, di due concetti profondamente connessi tra loro. La sostenibilità, in questo senso, vedrà protagoniste le piccole realtà, gli agriturismi con la loro produzione a km 0, la riscoperta delle tipicità; insomma, una nuova dimensione del viaggio più coscienziosa.

 

Viaggiare in prossimità e turismo lento

Viaggiare in prossimità è però anche viaggiare lento, ossia quell’immergersi completamente nei luoghi che visitiamo cogliendone sfumature, caratteristiche e peculiarità con un ritmo molto più rilassato che ci consente di avvicinarci al luogo con un approccio più intimo.

Un viaggio, insomma, anche alla riscoperta di noi stessi, dell’ambiente circostante e di quella cultura che fino a poco tempo fa, forse perché molto vicina e quindi data per scontata, impareremo a fare nostra e ci porteremo come bagaglio personale.

 

Alla riscoperta del territorio

Si inaugurerà una nuova stagione turistica, fatta di riscoperta di quelli che sono i piccoli tesori del nostro Paese, quelli esclusi dalle classiche rotte turistiche. Parliamo di borghi, paesini di campagna, sentieri nella natura, i tanti cammini per gli amanti del trekking, le vallate, i boschi, parchi e aree protette. Il tutto contrassegnato da quel fattore distintivo che spesso, in alcune vacanze sempre più omologate, manca, ossia l’autenticità dell’esperienza.

 

 

Un aiuto anche per la nostra economia

Diciamocela tutta, viaggiare in prossimità è anche un modo per supportare l’economia italiana che, come quella di tanti altri paesi nel mondo, sta soffrendo parecchio la mancanza del turismo. Si tratta di una scelta local che andrà ad influire dunque sotto diversi aspetti, cercando di supportare un comparto, quello turistico, messo in ginocchio duramente dal covid-19. E così, col nostro viaggiare in prossimità supporteremo i ristoranti, le pensioni, gli agriturismi, le botteghe, tutte le realtà che gravitano attorno a questo settore.

 

Staycation e undertourism

Nascono nuovi modi di viaggiare e con essi anche nuovi termini che ne identificano le modalità. Viaggiare in prossimità è dunque, anche, staycation ossia una parola coniata dagli americani che identifica l’azione del fare le vacanze nelle vicinanze di casa propria o comunque, nel nostro caso, in Italia, unendo due parole, stay- restare, vacation- vacanza. Un vero e proprio trend se consideriamo e analizziamo il fenomeno anche sui social: su Instagram, la piattaforma prediletta da chi viaggia e vuole condividere le proprie esperienze, l’hashtag #staycation ha addirittura 3.6 milioni di post.

Anche il termine undertourism va di pari passo con il più italico viaggi di prossimità. Si intende infatti un tipo di turismo, contrapposto all’overtourism, in cui si prediligono luoghi meno affollati, inesplorati, posti all’aria aperta, piccoli borghi poco conosciuti, insomma, l’Italia meno nota.

 

Si va, dunque, verso una nuova prospettiva di viaggio, più attento e sostenibile, più consapevole e rispettoso. Perché viaggiare deve essere anche questo, ora, in questo momento di riscoperta del territorio, ma anche successivamente, quando il covid sarà un lontano ricordo. Tornare a gustarci la lentezza del movimento, trovare una connessione con l’ambiente che ci circonda e approfondire le peculiarità del territorio che ci ospita, anche per evitare di incorrere in comportamenti non consoni o poco rispettosi per il nostro pianeta. Partendo da questo presupposto, è forte il sentimento di speranza che aleggia in questa direzione. Perché il modo di viaggiare cambierà ma i nostri gesti e le nostre abitudini per poter continuare a vivere la bellezza dei luoghi dovranno sempre andare in un’unica direzione: quella della sostenibilità.

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